venerdì 8 giugno 2012

Politica: il Pd inizia il cammino verso le elezioni


Pierluigi Bersani
Pierluigi Bersani
"Se questo governo non riesce a risolvere i problemi del Paese non è un'eresia pensare di anticipare la legge di stabilità, tranquillizzando i mercati e l'Europa e andare a votare prima della scadenza naturale". Lo ribadisce in una intervista al Messaggero Matteo Orfini, responsabile cultura e informazione del Pd, proprio nel giorno della convocazione della Direzione di partito

Paralisi montiana, al via la campagna elettorale
"Abbiamo fatto un patto con Monti fino al 2013 - spiega - ma prima abbiamo fatto un patto con gli italiani". Ma l'esecutivo è "bloccato", come dimostra anche "il Cdm di ieri" che "è stato aggiornato per incapacita' manifesta di decidere sulle risorse per la crescita". Nella direzione di oggi, aggiunge, "il segretario scende in campo e si candida, lancera' una sfida per il Paese. Lo farà simbolicamente in un organismo dirigente, non con una intervista, inizierà cosi' la nostra campagna elettorale".
Morando: serve un Congresso
"La proposta che il Pd avanzerà al Paese va sancita da un passaggio congressuale, come nel 2009, congresso anticipato prima delle elezioni, prima del 2013", dice Enrico Morando, area liberal del Pd, secondo il quale oggi il segretario Bersani deve "avviare un grande confronto programmatico nel partito e con la società civile per definire la piattaforma del Pd in vista del 2013 uscendo da ambiguità e tatticismi".

La linea, spiega in una intervista al Messaggero, deve "rispecchiare" la scelta di "sostenere con coerenza e impegno il governo Monti". Per questo spera in "primarie di partito", anche perché "non sappiamo neanche quale mai potrebbe essere, oggi, una coalizione".

Che ci azzecchiamo con Di Pietro?
Considerando anche che "l'incompatibilità tra noi" e l'Idv "ormai è palese". "Legittima", inoltre, "la posizione di Fassina" pur "diametralmente opposta" alla sua: ma "il Pd - chiarisce - deve scegliere se fa sua una linea o l'altra e non può esprimere ogni giorno cento opinioni diverse". E su questo "Bersani deve dire parole chiare".
La Roadmap di Bersani
Le primarie, alle fine, dovrebbero essere solo la 'chiusa' del percorso che Pier Luigi Bersani illustrerà alla Dierzione. Bersani non fisserà una data precisa per le primarie, ma
ribadirà la sua candidatura alla guida del Paese e la disponibilità a verificarla con primarie "aperte" se chi condividerà la piattaforma "per la ricostruzione" vorrà a sua
volta candidarsi. Insomma, a quanto pare, Bersani partirà dal "patto per la ricostruzione", che sarà rivolto ai progressisti, ai riformisti, ai moderati "costituzionali", al mondo delle associazioni, alla società civile (compresi dunque tutti i movimenti che potrebbero presentare proprie liste): un appello "largo", come ama ripetere il segretario, su una piattaforma politico-programmatica "per il Governo del Paese". Su questa piattaforma si definiranno le alleanze. Se tra quanti 'ci staranno' qualcuno vorrà candidarsi a sua volta, si terranno primarie aperte. Ovviamente, la piattaforma "per la
ricostruzione" non sarà un prendere o lasciare, il Pd proporrà ai suoi interlocutori l'avvio di un confronto, l'apertura di un tavolo per la definizione comune di un programma di governo.
E Monti, lo lasciamo appassire?
La disponibilità alle primarie, però, resta, nonostante più di una perplessità di diversi dirigenti. Qualcuno, come Enrico Letta e Massimo D'Alema, avrebbero invitato il segretario alla cautela sulle primarie, spigando che si rischia di indebolire il Governo
Monti, convocandole subito; non solo, avrebbero obiettato i due dirigenti, convocare le primarie da subito rischierebbe di scatenare la corsa dei concorrenti e di inchiodare il Pd alla 'foto di Vasto'. E i due avrebbero insistito sulla necessità di rilanciare, invece, sulla legge elettorale, per sfidare il Pdl che chiede al Pd di votare il semi-presidenzialismo. 

D'altro canto, l'idea di primarie di partito, chieste da Renzi, viene bocciata da quasi tutti, perché si creerebbe una sovrapposizione col voto del congresso del 2009.
Il rapporto con Vendola
Bersani su questo è stato chiaro con gli interlocutori, la candidatura a guidare una proposta di governo del Paese non può reggersi solo su una norma statutaria, serve un consenso forte e se qualcun altro si proporrà si terranno le primarie. Del resto,
fuori dal partito, già Nichi Vendola ha fatto capire di essere intenzionato a correre e se Sel sarà tra i soggetti che siederanno al tavolo che Bersani vuole aprire, non si potrà dire no. Ma il segretario Pd ha anche rassicurato tutti sul fatto che la sua proposta prevede, appunto, l'offerta di un patto di governo e che le primarie rappresentano solo la conclusione del percorso.
La risposta ad Alfano
D'altro canto, sul fronte riforme il segretario Pd da giorni aveva deciso di non limitarsi a dire che il semipresidenzialismo non si può fare. Bersani, a quanto pare, rilancerà, sfidando il Pdl sulla legge elettorale, il doppio turno, visto che quella davvero si può fare in due settimane. Se si fa questo, si può anche avviare un ragionamento sulla riforma della Costituzione che chiede il centrodestra, magari assumendo un
impegno solenne a rendere 'costituente' la prossima legislatura o, comunque, ad esaminare il dossier nel tempo necessario per una riforma così complessa

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