venerdì 1 giugno 2012

Salerno: Crisi Cstp, si ripiomba nell’incubo licenziamenti, niente contratti di solidarietà


informazione e discussioneCstp, si ripiomba nell’incubo licenziamenti, niente contratti di solidarietà
 Il Ministero del Lavoro affonda il Cstp. Torna l’incubo dei licenziamenti per i dipendenti in esubero dell’azienda. Ieri, l’ennesima batosta per l’azienda di trasporto pubblico salernitana: i contratti di solidarità difensivi per i lavoratori del Cstp, che sarebbero stati applicati a partire proprio da oggi
(e in virtù dei quali erano stati rimodulati anche tutti i turni in virtù della riduzione dell’orario), sono stati annullati. Alla base dell’annullamento un’interpretazione eccessivamente restrittiva, da parte del ministero, della pratica riguardante il Cstp. La misura  dei contratti di solidarietà difensivi di tipo B è, infatti, interdetta a tutte quelle società che si trovano in liquidazione coatta, ovvero in procedura concorsuale. Cosa che, però, e forse a Roma non lo sanno, non attiene al Cstp. Già, perché la società salernitana è il liquidazione volontaria. Da qui, l’ipotesi di una intepretazione eccessivamente fiscale della legge 223 del 1991.
Questo comporta la necessità di intraprendere altre strade per far fronte ai 149 esuberi di personale che erano stati motivo di ricorso alla misura dei contratti di solidarietà. Il passo naturale sarebbe quello del cassa integrazione guadagni in deroga che, in primo luogo, per il settore del trasporto non è prevista ed, in secondo luogo, non troverebbe accoglimento per mancanza di fondi da parte della Regione Campania. Tradotto: si licenzia.
E sono tutti caduti dalle nuvole tanto a Salerno, quanto a Napoli (la chiusura dell’accordo per i contratti di solidarietà è avvenuta lo scorso 11 maggio proprio nel capoluogo, all’Ormel, la sezione politiche del lavoro della Giunta regionale della Campania), spiazzati da una decisione improvvisa (giunta a oltre venti giorni dalla firma dell’accordo) e soprattutto tardiva, alla vigilia dell’applicazione stessa della misura.
Immediatamente, i sindacati di categoria si sono mossi per provare a porre un concreto rimedio a questo stop in extremis: hanno scritto all’assessore regionale al lavoro, Severino Nappi, al dirigente Ormel, Alberto Acocella, e per conoscenza al prefetto di Salerno, Gerarda Pantalone, agli Enti proprietari e ai commissari liquidatori dell’azienda, chiedendo un incontro urgente perché «preoccupati per le possibili gravi ripercussioni circa il mantenimento degli attuali livelli occupazionali atteso che le imprese del nostro specifico settore non rientrano nel campo di applicazione della Cig. Si chiede un urgente incontro in merito anche per evitare che le scriventi siano costrette ad assumere dure iniziative di protesta».
E anche lo stesso Cstp si è mobilitato: nel pomeriggio di oggi, infatti, la terna commissariale incontrerà le organizzazioni sindacali proprio per discutere delle strade alternative da intraprendere e, allo stesso tempo, è stata inoltrata richiesta di incontro anche all’Ormel. I dubbi su quanto accaduto ieri sono tanti: le modalità con cui è giunta la notizia dello stop, i tempi, il fatto che nessuno fosse a conoscenza di quella clausola che impedisce alle società in liquidazione di accedere ai contratti di solidarietà difensivi, nonostante i sindacati in sede di discussione dell’accordo avessero sollevato il problema.
I lavoratori si domandano se non ci sia un disegno ben preciso dietro. Con la mancata applicazione dei contratti di solidarietà e l’eventuale messa in mobilità del personale in esubero (ovvero licenziamento) il Cstp otterrebbe un maggiore risparmio. E c’è chi dice che i due supertecnici badino molto ai numeri e ai conti e poco al resto.
Si dice che a pensar male si faccia peccato ma che spesso ci si indovini. L’auspicio è che, in questo caso, non sia così.

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