lunedì 8 ottobre 2012

PREMIO VIETRI 2012: intervista a Roberto Napolitano Direttore del Sole24Ore




informazione e discussione multimedialeDopo personaggi, come Michele Santoro e Susanna Camusso, premiati negli anni scorsi, per l’anno 2012 - 3^ edizione, il Premio Vietri sul Mare, “ La cultura, tutela dell'articolo 9 della Costituzione”, che pone l’attenzione sul tema della Cultura, è andato a Roberto Napoletano – direttore del Sole 24 Ore,  il quotidiano di Confindustria, che con il suo inserto culturale, «Il Domenicale», la  diffusione del Manifesto della Cultura, ha contribuito a porre l’attenzione sullo sviluppo del territorio e delle sue risorse.
Incontriamo  Roberto Napoletano direttore de “Il Sole 24 Ore”  
“Il Premio Vietri sul Mare 2012”, sul tema della Cultura, tutelata dall’articolo 9 della Costituzione, giunto alla 3^ edizione, è andato al Sole 24 Ore, che con  il suo inserto culturale “Il Domenicale”, promuove la diffusione del Manifesto della Cultura…
“Il Manifesto per la Cultura” rientra nella funzione che io definisco “istituzionale del Sole 24 Ore”,  che è un giornale che appartiene al patrimonio del Paese, e quindi, ha il dovere di fare proposte di lungo termine. Significa, la sfida che Cultura ed Economia devono camminare insieme - che la priorità economica del Paese può e deve essere nel lungo termine, con la valorizzazione del suo patrimonio culturale, artistico, storico, ma anche letterario, filosofico. E nel mondo siamo conosciuti per quello che è questo grande e prezioso patrimonio. Se sanalizziamo bene, anche il grande successo della moda, del designer, dell’abbigliamento, di tutto ciò che è prodotto per la casa e per la persona, risponde alla grande capacità, e al grande talento delle imprese italiane di  valorizzare lo stile italiano, che è l’immagine dell’Italia”. 
La storia di questo Paese è  di grande tradizione culturale, che ci rende visibili nel mondo…
“A tal proposito, ricordo che vari anni fa, la Commissione Europea volle escludere la lingua italiana dalle 4/5 lingue, con cui si traducevano i discorsi nella CE, e Carlo Azeglio Ciampi nella sua funzione di presidente del Consiglio insorse; la risposta fu: “ma perché dovremmo tenere ancora l’italiano? -  l’inglese è la lingua degli affari, è meglio il polacco, la lingua italiana è la lingua della cultura nel mondo”. Che l’Italia è dall'antichità uno dei principali centri culturali d'Europa, dobbiamo ricordarcelo non un giorno, ma tutti i giorni della settimana e tutte le settimane dell’anno. La nostra idea è che la cultura non è un problema, ma un’opportunità, non è un costo ma un’ investimento. Ricordo, che Alcide De Gasperi, nel ‘46, il suo primo discorso da presidente del Consiglio volle farlo alla Scala di Milano, e con quel gesto volle sottolineare che il Paese per ripartire aveva due grandi forze: la forza del lavoro e la forza della cultura. La Scala era un simbolo della cultura italiana! Impegnare in prima linea il Governo nella ricostruzione dell’Italia significava ripartire anche dalla ricostruzione dei suoi simboli culturali, come è appunto la Scala”.
Il legame tra economia e cultura l’avete espressamente indicato nello slogan “Niente Cultura, niente sviluppo”…
“Mi sorprende la domanda di chi mi chiede come mai è il Sole 24 Ore ad avere il primo prodotto culturale italiano che è “Il Domenicale”. Io credo che non vi sia nulla di più normale, addirittura naturale, perché come spiegavo prima, la cultura si intreccia con l’economia. Considero la cultura, non solo come industria culturale ma industria creativa, che appartiene a quella parte di economia del Paese, che troppo poco abbiamo valorizzato. Quindi, è giusto che sia un giornale economico italiano a ricordare al Paese, che investendo sulla cultura, significa dare una prospettiva di crescita al Paese”.
“Uccidere la cultura in un Paese come l'Italia è un crimine contro la società”. Eppure, i primi tagli indecorosi del Governo sono stati alla cultura…
“Sulle prossime iniziative, non posso anticipare nulla, do appuntamento a tutti il 15 novembre c.a. - per la seconda puntata del “Manifesto della Cultura”, dove presenteremo un “Indice 24 della cultura”, in cui faremo la nostra proposta sul tema. Ritengo, che non sono necessarie risorse così ingenti, come si può pensare. E’ inutile appiattire fondi pubblici che non ci sono, la soluzione è nel valorizzare quello che abbiamo dimenticato e abbandonato, ed è possibile farlo con minori risorse. E’ incredibile a dirsi, ma la storia degli ultimi 20/30 anni, indica questo tipo di comportamento. Io dico sempre che Firenze, non è Roma, però, da sola, ha il patrimonio artistico dell’intera Spagna. Se non siamo capaci di valorizzare quello che già abbiamo!”
Quale linea politica per la cultura?
“Si tratta di chiedere una scelta politica economica coerente sull’investimento culturale e alla cultura, che per me significa patrimonio artistico, storico, museale, letterario, filosofico, ed anche formazione, ricerca. Il futuro dell’Italia è il posto che gli compete”   

Rosalba Ferraioli

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