"I congressi sono la prova del fatto che questa ebollizione siamo riusciti aincanalarla in canali democratici. Da nord a sud il gruppo dirigente è rimasto in piedi. Siamo stati capaci di non far finire le divisioni interne a sediate in testa". Angelino Alfano ammette problemi di coesione interna al PdL. Ma in un'intervista a Il Giornale rivendica la tenuta dell'attuale leadership del primo partito di centrodestra.
escluderla dicendo: "Voglio fare il segretario, quello che fa funzionare le cose e dà regole certe alle primarie, non quello che deve organizzarsi tutto per competere".
Non è preoccupato Alfano su un calo dei consensi: "Abbiamo perso tre punti, non mi pare che siamo scomparsi. Siamo un partito che resiste. Con un profilo frizzante che tiene unita la squadra". Quanto alla riforma della giustizia, l'ex Guardasigilli
afferma: "Se non ci siamo riusciti noi, non vedo chi potrebbe riuscirci. Anche se in effetti, in questa nuova fase, dalle liberalizzazioni al lavoro, pare che tutto sia
possibile, là dove è chiaro che il problema del Pd non era la proposta, ma il proponente".
Sulle primarie del centrosinistra a Genova, con la vittoria dell'outsider Doria e la sconfitta dei candidati del Pd, Alfano non esulta: : "Prima Vendola che in Puglia batte Boccia. Poi Renzi che a Firenze batte Pistelli e Ventura. Poi Pisapia che
batte Boeri. Ogni volta che il Pd ha perso le primarie, a sinistra è nato un nuovo leader. Non è che al centrodestra facciano benissimo questi outsider".
E l'alleanza con la Lega, che alle prossime amministrative vuole correre da sola?
"Queste elezioni sono il titolo di coda di un film finito".
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