lunedì 7 maggio 2012

Amministrative:Tosi al primo turno. Male il Pdl al Nord. Bene il CentroSinistra e il PD. Boom di Grillo



informazione e discussioneFlavio Tosi Il successo di Beppe Grillo e dell' astensionismo (ormai prossimo al 35 per cento dell'elettorato) lascia sul terreno feriti e contusi.
Tra i primi innanzitutto il Pdl, la Lega e il terzo polo, tra i secondi il governo (la cui base parlamentare vacilla) e il Pd che limita i danni ma non sa bene come gestire il crescente voto di protesta. 

Massimo D'Alema insiste nell'idea di una coalizione tra progressisti e moderati con l'aggiunta dell'Italia dei valori. Peccato che Antonio Di Pietro chieda ai democratici esattamente l'opposto, di lasciar perdere i centristi. Nichi Vendola sottolinea che il centrosinistra non sembra piu' essere percepito come alternativa di governo. Lo dimostra il caso Palermo, il laboratorio politico per eccellenza, dove Leoluca Orlando ha bissato il successo anomalo di Luigi De Magistris a Napoli, in aperta rotta di collisione con la linea di Pierluigi Bersani.

Ma sarebbe un errore circoscrivere l'attenzione al test delle amministrative in una giornata che ha visto riaffacciarsi sullo scenario italiano lo spettro delle Brigate rosse e su quello continentale registra l'ascesa all'Eliseo di Francois Hollande e un voto di ingovernabilita' in Grecia. Tutti segnali di una crisi sociale e, si potrebbe dire, psicologica che fa dell' Europa la prima vittima.
Come ha fatto sapere Mario Monti i risultati elettorali di Francia e Grecia (e a questo punto anche dell'Italia) impongono una riflessione sulla politica economica europea.
Il Professore ha il vitale interesse di ricontrattare la politica di bilancio della Ue e la sua maggioranza e' in piena tempesta. Silvio Berlusconi, dopo la debacle elettorale, e' deciso a trasformare l'esecutivo tecnico in semplice "governo amico" al quale non si garantisce piu' il voto sui
provvedimenti non condivisi. Urge una sterzata perche', come
avverte Giuliano Ferrara, questi risultati mettono a rischio l'esistenza stessa del Pdl. Qui non si tratta solo di scelte sbagliate dei candidati, come ipotizza Ignazio La Russa, ma di un voto da "maggioranza silenziosa" che e' fuggito verso l'astensione, la scheda bianca o la pura e semplice protesta. Sorte che il Pdl condivide in parte con la Lega.
Il Carroccio si e' salvato a Verona solo grazie all'effetto Tosi, il sindaco che - in contrasto con Umberto Bossi - ha rifiutato di rinunciare alle "sue" liste civiche. Sul resto del territorio ha perso roccaforti storiche, perfino il comune dove ha sede il "parlamento padano" o quello dove e' nato il Senatur. Tutto sommato e' andata meglio delle aspettative, riconosce Manuela Dal Lago: bisognera' ripartire da Verona, ragiona RobertoMaroni, il che significa implicitamente rinegoziare la candidatura di Bossi alla segreteria.

Anche il terzo polo accusa un risultato deludente: Italo Bocchino guarda allo tsunami che ha investito tutta la politica pero' e' vero che i centristi di Casini e Fini non sembrano essere riusciti a fare la differenza.
Il voto di protesta ha penalizzato chi sostiene il governo tecnico cosi' come ha penalizzato il Pd che a Palermo ha incassato uno schiaffo paragonabile a quello di Napoli: Orlando invita Bersani a riflettere sul perche' meta' dell'elettorato democratico abbia votato per lui e non per il candidato ufficiale Fabrizio Ferrandelli che aveva vinto le primarie. Uno strumento che ha dimostrato tutti i suoi limiti.

Tuttavia i partiti sembrano ancora muoversi in vecchie logiche: il balletto del taglio ai rimborsi elettorali la dice lunga sulle difficolta' di adeguarsi al cambiamento. Di Pietro sostiene che in Europa e' in atto un ripensamento globale degli elettori e che serve un governo politico prima che sia troppo tardi: insieme a Vendola, alle liste civiche, ai nuovi soggetti sociali, e naturalmente al Pd. Il governo Monti e' al centro del
mirino. Ma si dovranno fare i conti con il boom dei grillini, movimento incontrollabile ormai in grado di andare al ballottaggio anche in una citta' importante come Parma.
I dati, settima proiezione Istituto Piepoli per Rai
Palermo

ORLANDO LEOLUCA 46%
FERRANDELLI FABRIZIO 16%
COSTA VINCENZO detto MASSIMO 15,4%
ALESSANDRO ARICO' 8,1%


Verona 
TOSI FLAVIO (Lega Nord) 55,3
BERTUCCO MICHELE (Centrosinistra) 22,3
BENCIOLINI GIANNI 11,5
CASTELLETTI LUIGI 8,9 


Genova
DORIA MARCO (centrosinistra) 46,1%
MUSSO ENRICO (Terzo Polo) 16,7% 
PUTTI PAOLO (Movimento 5 Stelle) 13,3% 
VINAI PIERLUIGI (Pdl) 12,3%


Parma
VINCENZO BERNAZZOLI (centrosinistra) 36%
FEDERICO PIZZAROTTI (Movimento 5 Stelle) 19,9%
ELVIO UBALDI (Terzo Polo) 17,6%.

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