venerdì 3 agosto 2012

Salerno: Antonio Marino (Bcc Aquara), «Noi banche vittime di luoghi comuni»


Antonio Marino (Bcc Aquara): «Noi banche vittime di luoghi comuni»
Economia, banche e crisi. Ne parliamo con Antonio Marino, direttore generale della Bcc di Aquara.
Direttore Marino, qual è il ruolo delle Bcc sul territorio salernitano?
«In Provincia di Salerno vi sono 14 Bcc con 92 sportelli. Abbiamo una quota di mercato pari al 24,83% del totale dei depositi e del 18,79% degli impieghi.
Non è poco, ma non è neppure molto vista la buona nomea di cui godono attualmente le Bcc. Siamo, comunque, in crescita. Insomma, un quarto delle attività bancarie della nostra provincia è sviluppato dalle Bcc. Questo ci fa capire che il ruolo delle Bcc nella nostra provincia è un ruolo significativo e nello stesso tempo di grande responsabilità per i risvolti positivi o negativi che possiamo imprimere all’economia della nostra zona».
Come giudica l'esperienza della Bcc di Aquara a Salerno con la nuova sede nella zona industriale?
«La giudico molto positiva. Le cifre che possiamo vantare ad un anno circa dall’apertura dello sportello sono cifre significative. Abbiamo un montante di oltre 12 milioni di euro. Occorre anche considerare il vantaggio reputazionale che ne è derivato alla nostra Banca in dipendenza dell’apertura dello sportello di Salerno. La città capoluogo offre, comunque, tante opportunità per fare banca. Noi ci siamo posizionati nel segmento di clientela delle piccole imprese senza inseguire minimamente aziende con grossi fatturati».
Le banche sono accusate di non sostenere l'economia reale e in particolare gli imprenditori. E' vero?
«Noi banche siamo vittime di una serie di inutili luoghi comuni. Le banche sono le istituzioni più penalizzate in questa crisi. La crisi delle aziende si riflette automaticamente sulle banche. Se le aziende vanno in difficoltà e non possono onorare i propri debiti, le banche sono penalizzate. Non a caso c’è stato negli ultimi tempi un incremento esponenziale dei crediti inesigibili (i cosiddetti crediti in sofferenza). Non bisogna mai dimenticare che le banche sono esse stesse delle aziende e che gestiscono soldi di terzi, della clientela depositante. Nell’immaginario collettivo si tenta di far passare le banche come fossero degli enti di beneficenza che esercitano l’arte della discrezionalità nella concessione di fondi, quasi come un ente pubblico di passata memoria. La verità è che oggi molti imprenditori hanno ridotto il loro fatturato e, di conseguenza, non possono chiedere un incremento dei prestiti bancari. I prestiti vanno di pari passo con l’incremento del fatturato. La Banca deve uniformare la sua attività sempre alla sana e prudente gestione. Se non capiamo questo non possiamo capire il giusto atteggiamento delle banche. Poi, è chiaro che le banche sono fatte dagli uomini per cui possono esserci degli eccessi di positività o anche di negatività…»
Dopo la pausa estiva ha in mente nuove iniziative per famiglie e imprenditoria giovanile?
«Certo che si! Più che iniziative specifiche per specifiche categorie di clienti siamo fortemente orientati a mantenere bassi i tassi sui prestiti alle imprese e alle famiglie. E’ l’unico modo per sostenere tutte le categorie. Vi invito a verificare l’entità dei nostri tassi sui prestiti e fare utili confronti con la concorrenza. Questo è il nostro punto di forza. Provare per credere! La nostra Banca ha i conti in ordine, una buona redditività, un adeguato patrimonio, un ottimo rapporto tra impieghi e depositi, sofferenze di importo contenuto. Da adesso a fine anno siamo, comunque, impegnati nella riorganizzazione interna. Stiamo lavorando per la nuova sede amministrativa di Capaccio e per l’apertura del nuovo sportello di Battipaglia, previsto per l’inizio del prossimo novembre. Completeremo così la “filiera” dei nostri sportelli nella pianura: Capaccio, S. Cecilia di Eboli, Battipaglia e Salerno. Che uniti ai vecchi sportelli di Aquara, Castel S. Lorenzo, Roccadaspide nonché Oliveto Citra realizzano il giusto connubio tra mare e monti praticato dalla nostra Banca.
Non ritiene, però, che il coinvolgimento di alcune Bcc in episodi di cronaca o di cattiva gestione possa offuscare il lavoro svolto da altre Bcc?
«Capisco la domanda. Effettivamente qualche petalo della nostra bella rosa ultimamente ha fatto parlare di sé più per demeriti che per meriti. L’albero, comunque, è grosso e robusto non ci sono venti che lo possono smuovere più di tanto. E’ certo però che il difetto di qualcuno può riflettersi negativamente su tutti, anche quelli che sono più virtuosi. Dovremo riflettere di più, d’ora in avanti, all’interno della nostra Federazione Regionale… Dobbiamo inseguire una maggiore democrazia interna, un ricambio generazionale, una diversa cultura di governance, più in sintonia con gli statuti sociali delle Bcc».                       (red.cro.)

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