martedì 1 marzo 2016

MARI E LE SUE STORIE ALLA CONGREGA LETTERARIA

informazione e discussione multimedialeUn ritorno al passato e alle emozioni dell'infanzia, i ricordi di una giovinezza trascorsa alla ricerca del sogno di ogni bambino, quello di diventare calciatore sullo sfondo delle giornate assolate vissute sul campo di Marina di Vietri sul Mare, il risveglio e la presa di coscienza di vivere in un mondo, quello del calcio, probabilmente troppo grande e stancante, sia da un punto di vista fisico che mentale per un ragazzo che non era pronto a vivere quell'esperienza. La presentazione del libro "Sei l'odore del borotalco" dello scrittore ed ex calciatore Sergio Mari, tenutasi venerdì sera a Vietri sul Mare presso l'Arciconfraternita della SS. Annunziata e del SS. Rosario, nell'ambito dell'iniziativa "La vetrina de La Congrega Letteraria" è stata l'occasione per ritornare alle giornate in cui Marina di Vietri sul Mare rappresentava un'isola felice per i giovani talenti calcistici del territorio salernitano, un terreno di gioco che ha visto scendere in campo calciatori che hanno iniziato a Vietri la loro carriera: Della


Monica, Galderisi, Gregorio, Leone, Pecoraro e lo stesso Mari. L'incontro è stato coordinato dal giornalista Andrea Pellegrino ed è stato vissuto con partecipazione da tutti i presenti, che sono giunti per incontrare l'autore Sergio Mari, appassionarsi al suo nuovo libro, leggerne qualche passo oppure incontrarsi di nuovo dopo moltissimi anni per ricordare le stagioni passate ad allenarsi, a giocare, a vincere nel Vietri Raito. Il primo a prendere la parola è stato il professor Antonio Gazia, direttore artistico del contenitore di eventi de "La Congrega Letteraria", uomo di cultura e di sport, soprattutto di calcio, che ha apprezzato il libro di Sergio Mari e ha ricordato come lo sport faccia parte a pieno titolo della cultura di un paese. L'autore Sergio Mari ha aperto il cassetto dei ricordi, ritornando in un periodo storico, quello degli anni '70, dove anche il calcio veniva vissuto in modo diverso, con un livello tecnico e, soprattutto esistenziale completamente diverso da quello attuale, con i "campioni" delle categorie inferiori che potevano tranquillamente essere paragonati agli atleti dei campionati maggiori e un rapporto tra calciatori, allenatori e staff che rendeva le società calcistiche delle vere e proprie famiglie. Una passione forte, che poteva portare anche agli eccessi, alla violenza, tutte esperienze che hanno costretto Mari a pensare e a maturare la decisione di defilarsi dal mondo del calcio. Per l'amministrazione comunale sono intervenuti l'Assessore al turismo e alla cultura, Giovanni De Simone, che pur non vivendo in prima persona quegli anni ha rimembrato l'aria che si respirava nei giorni della sua infanzia, ricordando una figura storica del calcio vietrese, Crescenzio Scungio, e il sindaco Francesco Benincasa che ha preso la parola per ricordare quei giorni a Marina di Vietri sul Mare, elogiando il percorso fatto da Mari, che dal calcio è passato alla cultura mettendo da parte le aspirazioni calcistiche per iniziare una nuova vita, non dimenticando mai Vietri sul Mare e la sua gente. È intervenuto anche il direttore di "Le Cronache del Salernitano", Tommaso D'Angelo, che ha definito "dolce ricordo" il suo incontro con Sergio Mari, un ritorno alle prime esperienze professionali fatte a Vietri sul Mare, quando in quegli anni il Vietri Raito rappresentava un'eccellenza del mondo calcistico e ogni domenica mattina era vissuta come una festa, con moltissimi giovani che avevano come punto di riferimento quella società, che formava i ragazzi sia dal punto di vista tecnico che dal punto di vista educativo. Mari ha percorso la via del sogno e poi è atterrato, per sua scelta, nella realtà. Un "risveglio culturale" che Mari ha alimentato nei pomeriggi passati in camera, durante il riposo pomeridiano dagli allenamenti o nel ritiro precampionato a leggere libri, ad informarsi su tutto ciò che lo circondava, da lì è iniziata la sua strada verso il mondo dell'arte e della cultura. È un libro che ha dato la possibilità di ritrovare i vecchi amici, un viaggio iniziato a sedici anni; un'infanzia in cui si ascoltavano i consigli degli adulti e lo spogliatoio era un luogo pieno di amici. Il passo successivo è quello della presa di coscienza del calcio come unica direzione di vita: la lontananza dalla famiglia e dagli affetti, che porta a riflettere su cosa si desidera ricevere dal proprio futuro, iniziano a sorgere i primi dubbi. Una vita vissuta troppo velocemente spinge Sergio Mari a rallentare, ad iniziare a riconsiderare l'esistenza in funzione di altro, non del calcio, ma della famiglia, della vita di tutti i giorni. La serata è stata anche l'occasione per ricordare aneddoti del passato, come i primi viaggi lontano dalla famiglia e gli allenamenti del mitico Nicola Gregorio, per tutti "Don Nicola", al quale Mari ha anche dedicato un emozionante racconto. Barbara Sammartino ha letto alcuni passi del romanzo che, come ha illustrato l'autore, è un "libro nel libro", un ex calciatore che accudisce il padre nonostante le ambizioni di quest'ultimo di vedere impegnato il figlio nel mondo del calcio. Una storia che attraversa l'infanzia e l'altra la maturità, tre narrazioni per tre diversi anni: 1976, 1993, 1996. "Sei l'odore del borotalco", il titolo del romanzo, è inteso da Sergio Mari come "una grande carezza ai nostri genitori": l'infanzia vissuta a giocare a calcio per strada all'uscita da scuola, tra il pallone e i fumetti di Zagor e il Comandante Mark, che diventano veri e propri compagni di squadra, il fischio paterno dalla finestra riporta l'autore a casa, pronto per il pranzo. È lì che il padre, massaggiando con il borotalco la schiena del giovane, ritrova un abbraccio con il proprio figlio. Quell'attimo di calore familiare sarà ricercato dall'autore in tutti i pre-partita, riassaporando l'odore del borotalco estratto dalla "scatola magica" del massaggiatore.

Francesco Barbato

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