venerdì 1 giugno 2012

Terremoto: Sapri, il sisma parte da vulcani sottomarini


informazione e discussioneSapri, il sisma parte da vulcani sottomarini

Le lancette dell’orologio indicavano le 5.16 quando nel golfo di Policastro è stata avvertita una scossa di terremoto di tipo ondulatorio e di magnitudo 3.  Il sisma è stato registrato al largo delle coste campane al confine con

la Basilicata e Calabria.

Secondo i rilievi dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, il fulcro del sisma si è consumato a 8,7 chilometri di profondità e l’epicentro in prossimità dei comuni salernitani di Sapri, Ispani, San Giovanni a Piro e quello potentino di Maratea coincidente più o meno nello specchio acqueo di fronte a Sapri.
Scossa che è stata avvertita dalla popolazione in particolare a Sapri, Maratea e San Giovanni a Piro.
Dalle verifiche effettuate dalla sala operativa del dipartimento della Protezione civile di Roma non risultano danni a persone o cose. Al centralino dei carabinieri della compagnia di Sapri non è pervenuta alcuna richiesta di intervento.
I dati del sisma: magnitudo 3, avvenuto tra alle 5:16 del mattino a una profondità di 8.7 chilometri, nel distretto della costa calabra occidentale, avvertito dai comuni entro una fascia compresa tra i 10 e i 20 chilometri.
Una seconda scossa di terremoto di magnitudo 2.6 è stata registrata sempre ieri alle ore 13.03 al confine tra Basilicata e Calabria, nell’area del Pollino per la quale, in via precauzionale, le scuole hanno chiuso i battenti. Secondo i rilievi dell’Istituto nazionale di vulcanologia, il nuovo sisma si è consumato a 8,3 chilometri di profondità con epicentro in prossimità dei comuni cosentini di San Basile e Morano Calabro e quello potentino di Viggianello.
Sebbene si sia trattato di scosse di lieve entità, la paura tra la popolazione è stata tanta, anche in considerazione di quanto sta accadendo in Emilia ma soprattutto per la presenza di vulcani sottomarini attivi.
Su tutti, il massiccio Marsili e il Palinuro ad appena un trentina di chilometri di profondità da Scario, come si evince dalla testimonianza di un
abitante di Acquafredda vicino Maratea. Sui fondali del Tirreno meridionale è adagiato il più grande vulcano sottomarino d’Europa: il seamont “Marsili” la cui struttura è imponente: dal fondale si alza per 3.000 metri, la vetta del cratere è a 450 metri dalla superficie del mare,  è lungo 70 chilometri e largo 30 km.
In altre parole, si tratta di un mostro nascosto che solo gli eco scandagli della nave da ricerche oceanografica Urania, riescono a rivelarne il vero volto e a decretarlo come vulcano marino potenzialmente pericoloso.
Tanto da poter innescare innescare un maremoto che interesserebbe le coste tirreniche meridionali visto che dista a Nord appena 140 chilometri dalla Sicilia e a ovest 150 km dalla Calabria.
Ieri a Sapri è intervenuto anche il comandante della guardia di finanza, il tenente Marco Abate, che ha ribadito il bisogno di fare prevenzione antisismica a partire dai banchi di scuola: «Se agiamo preventivamente - dice l’ufficiale - si possiamo salvare tantissime vite umane. Alle giovani leve va spiegato cosa fare in caso di terremoto, ecco un vademecum, mantenere la calma, non lasciarsi prendere dal panico, evitare di riversarsi in strada, non scendere le scale, le prime a poter cedere, cercare rifugi sicuri all’interno dell’edificio, come ad esempio gli architrave.  Intanto, però, sale la preoccupazione in tutto il golfo di Policastro.
Sulla questione è intervenuto anche il consigliere regionale Giovanni Fortunato: «Siamo preoccupati soprattutto per i vulcani sommersi che si trovano al largo della nostra costa  -  ha spiegato - ma al momento non abbiamo notizie al riguardo. Quello che è certo è che la nostra zona  -  spiega ancora Fortunato - è  sismica e da cinque anni ci stiamo battendo contro la realizzazione del metanodotto che dalla Sicilia dovrebbe raggiungere il nord Italia attraversando la Calabria e il Golfo di Policastro".

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