giovedì 13 settembre 2012

Cava de' Tirreni: tessere e appalti, indagati Galdi e giunta

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Tessere e appalti: indagati Galdi e giunta
Tessere e appalti. La complessa inchiesta avviata dal Pm Vincenzo Montemurro della Procura di Salerno è ad una svolta dopo le ultime acquisizioni effettuate al Comune di Cava de' Tirreni (la quinta nell'arco di un mese e mezzo). Nel registro degli indagati figurano il sindaco di Cava de' Tirreni,
gli assessori della giunta comunale prima del rimpasto. Nella seconda amministrazione comunale Galdi non figurava il dimissionario Carmine Adinolfi, tra i promotori della raccolta fondi per l'iscrizione della Cavese, ormai orfana di Antonio Della Monica, al campionato di calcio 2011/2012.
 Ma non solo. Attraverso gli atti, ma anche a numerose intercettazioni (anche con il consigliere regionale Baldi), la Procura sta ricostruendo i rapporti con alcuni esponenti dell'imprenditoria locale.
Nella prima fase dell'inchiesta erano stati acquisiti atti a palazzo S. Agostino relativi a due concorsi per dipendente alla Provincia di Salerno ed era venuto fuori il nome di Elio De Sio dell'Ortofrutta cavense (sponsor in passato della squadra di calcio).  L'approfondimento della Procura riguarda il concorso vinto dalla figlia dell'imprenditore cavese.
Ma nel registro degli indagati sarebbero stati iscritti anche altri nomi di spicco. Un lavoro complesso ed articolato ricostruito anche alle corpose acquisizioni al Comune di Cava. Dopo la visita all'ufficio tecnico gli uomini dell'arma, guidati dal tenente colonnello Gianfilippo Simoniello, hanno acquisito nuovi documenti al settore urbanistica del comune metelliano.
Nel mirino alcune gare di appalto per l'affidamento di lavori pubblici. Secondo i rumors che arrivano da Palazzo di Città entro la settimana prossima si arriverà alla chiusura del cerchio. Ma la vicenda è più complessa e l'indagine  sull'attività dell'amministrazione comunale di Cava (al vaglio anche alcune delibere relative al Millennio) è solo una costola dell'inchiesta sui falsi tesseramenti al Pdl. Tutto parte da Linea d'Ombra. Dall'inchiesta sugli intrecci tra politica e camorra al comune di Pagani si è riusciti a risalire ai falsi tesseramenti al Pdl con il boom nell'Agro Nocerino Sarnese. Oltre al presidente della Provincia Cirielli nel registro degli indagati sono iscritti Giuseppe Fabbricatore, responsabile del Pdl per Nocera Inferiore,  la moglie Assunta Manzo (vincitrice di un concorso alla Provincia) e l'imprenditore Giovanni Citarella. L'ipotesi di reato contestata dalla Procura di Salerno, l'indagine è diretta dal Pm Montemurro, è quella di voto di scambio.
Per i due filoni di indagini la svolta è imminente. Oltre dieci persone sono già iscritte sul registro degli indagati ma non è da escludere che il numero delle persone coinvolte possa aumentare dopo le recenti acquisizioni documentali e le verifiche effettuate, attraverso tecnic,i nelle zone interessate ai lavori.
Il sindaco Galdi in più di una circostanza ha ribadito di essere sereno e di attendere con fiducia l'esito dell'inchiesta della magistratura. Alle sue spalle soffia, ora con maggiore vigore, il vento dell'opposizione che chiede a gran voce le dimissioni dell'intera giunta comunale. Di certo il futuro del consiglio comunale di Cava de' Tirreni è legato a doppio filo con quella dell'inchiesta giudiziaria con la chiusura del cerchio che è ormai all'orizzonte. (RomaCronaca)g. d’a)

1 commento:

  1. La diffamazione è un reato previsto e punito dall'art. 595 del Codice penale. Esso dispone che:
    "1. chiunque, fuori dei casi indicati nell'articolo precedente*, comunicando con più persone, offende l'altrui reputazione, è punito con la reclusione fino a un anno o con la multa fino a euro 1.032.

    2. Se l'offesa consiste nell'attribuzione di un fatto determinato, la pena è della reclusione fino a due anni, ovvero della multa fino a euro 2.065.

    3. Se l'offesa è recata col mezzo della stampa o con qualsiasi altro mezzo di pubblicità, ovvero in atto pubblico, la pena è della reclusione da sei mesi a tre anni o della multa non inferiore a euro 516.

    4. Se l'offesa è recata a un Corpo politico, amministrativo o giudiziario, o ad una sua rappresentanza o ad una autorità costituita in collegio, le pene sono aumentate".

    * L'articolo cui si fa riferimento è il 594 del Codice penale che prevede e punisce il reato di ingiuria. Ai sensi di tale norma:
    "1. Chiunque offende l'onore o il decoro di una persona presente è punito con la reclusione fino a sei mesi o con la multa fino a euro 516.
    2. Alla stessa pena soggiace chi commette il fatto mediante comunicazione telegrafica o telefonica, o con scritti o disegni, diretti alla persona offesa.
    3. La pena è della reclusione fino a un anno o della multa fino a euro 1.032 se l'offesa consiste nell'attribuzione di un fatto determinato.
    4. Le pene sono aumentate qualora l'offesa sia commessa in presenza di più persone".

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